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B&B Myosotis si trova ad Introdacqua, uno dei borghi più belli d’Italia, ad una manciata di chilometri dalla città d’arte di Sulmona, patria del grande poeta latino, Publius Ovidius Naso. Si tratta di una gradevole dimora su tre livelli, ricavata da un antico fienile del 1700 uscito indenne, come tutto il paese di Introdacqua, dalle scosse telluriche che nel 1704 funestarono L’Aquila, grazie alla solida roccia che ne costituisce la parete posteriore in tutta la sua altezza.

Decorata a mano dalle proprietarie con un personale gusto artistico, essa dispone di tre camere, due bagni e di un ampio salone con cucina in muratura e caminetto per scaldare la cornice e l’atmosfera del vostro soggiorno.

In pieno centro storico, ma in un angolo raccolto al riparo dai rumori urbani, è il luogo ideale per trascorrere una riposante vacanza nella pacatezza di un borgo che, a 650m sul livello del mare, è adagiato sul fondo di una splendida valle che lo accoglie come una culla.

La posizione fa sì che d’estate vi si possa godere di una piacevole frescura anche nelle ore in cui la calura è più opprimente.

La chiostra dei monti circostanti offre uno straordinario spettacolo di natura incontaminata con fitte coltri di foreste di faggio, abeti e pini le cui essenze resinose si rincorrono e mescolano, d’estate, con il profumo dei fiori delle ginestre che punteggiano di giallo la variopinta tavolozza di colori che delizia lo sguardo.

La ricchezza di chiese di campagna e la varietà di percorsi montani consentono all’escursionista di ritemprarsi, inoltrandosi tra ciuffi di aromatico timo selvatico, cespugli di cisto dai rosati petali dall’aspetto di carta velina e pannocchie di orchidee selvagge che si avvicendano nel corso delle stagioni, il tutto sotto lo sguardo vigile e paterno del maestoso dongione medievale che dall’alto dell’antico borgo segue muto il naturale fluire delle generazioni e vicende umane.

Myosotis, nome botanico del romantico fiorellino azzurrognolo, più comunemente noto come “non ti scordar di me”, è il “buen retiro” cui far ritorno dopo aver visitato i vari angoli pittoreschi di questa parte del nostro bell’Abruzzo che, tra il 1843 ed il 1844, incantò il noto scrittore e paesaggista inglese, Edward Lear, che ne tessé le lodi nel suo diario di viaggio dal titolo “Viaggio attraverso l’Abruzzo pittoresco.”